La bulimia nervosa è un disordine alimentare che coinvolge sia il lato psicologico sia quello fisico e corporeo di un individuo e rappresenta una malattia altamente complessa che affonda le sue radici in problemi di varia natura tra cui dinamiche familiari negative, episodi di bullismo e di derisione o di violenza oppure situazioni di pressione cronica, giusto per citare alcuni esempi.
Ci sono vari livelli di gravità e inoltre questa malattia si presenta anche sotto forma di modalità miste in cui il paziente passa da periodi caratterizzati da episodi bulimici ad altri contraddistinti da episodi di anoressia.
È importante prendere in tempo e il più precocemente possibile questa patologia, affinché si abbia una prognosi migliore e una minor probabilità di ricadute, infatti è fondamentale un approccio medico multidisciplinare e in strutture sanitarie dedicate.
Riconoscere i sintomi della bulimia nervosa
La bulimia nervosa è una malattia che fa parte dei disordini alimentari che coinvolge la sfera psicofisica. Sono malattie complesse, che possiedono varie sfaccettature e sono causate da disagio emotivo che si riversa sulla fisicità della persona e di come essa percepisca la sua forma fisica e il suo corpo.
Tra le principali ragioni che portano allo sviluppo di un disordine alimentare si annovera in primis un’influenza negativa all’interno del nucleo familiare attraverso la sensazione di essere sottoposti a un eccesso di pressione e di aspettativa oppure di essere al contrario troppo trascurati dai propri genitori, poi anche essere derisi e bullizzati dai coetanei per la propria conformazione fisica va ad influire molto negativamente sulla percezione che una persona ha di di se stessa. Altre situazioni che trovano un loro peso nello sviluppo della bulimia sono: la presenza nel proprio vissuto di situazioni traumatiche come violenze sessuali, drammi familiari, abusi psicofisici, difficoltà ad essere accettati socialmente e nel proprio ambito familiare.
La bulimia può apparire anche in una modalità ibrida, dove comportamenti bulimici si alternano a comportamenti della sfera dell’anoressia: pazienti bulimici possono avere un passato con sintomi riconducibili all’anoressia oppure iniziano come pazienti bulimici per poi sviluppare comportamenti anoressici.
Questa malattia deve essere trattata con metodi adeguati e in strutture dedicate, prima che la condizione di malattia diventi permanente e si arrivi a conseguenze gravi, a volte irreversibili.
L’obiettivo della psicoterapia è quello di portare la persona affetta da bulimia a cambiare le proprie abitudini alimentari attraverso l’adozione di comportamenti sani, che devono ristabilire un equilibrio emotivo nella gestione dei propri stress psicologici e costruire un pensiero positivo verso la propria forma fisica.
La bulimia può manifestarsi in diverse fasce d’età, ma quella più colpita è quella delle ragazze fra i 15 e i 25 anni, ma anche le altre fasce d’età e il sesso maschile non è esente.
L’abbuffata bulimica
Una persona biulimica si presenta come un individuo che ha un comportamento alimentare caratterizzato da e successive condotte eliminatorie come compensazione per le abbuffate avvenute. Le abbuffate sono ben diverse dalle occasioni in cui si “mangia troppo”, infatti il mangiare troppo ha carattere occasionale e la quantità di cibo ingerita è sì maggiore del normale, ma molto diversa dalla abbuffata bulimica che invece possiede queste specifiche caratteristiche:
- ingestione di una quantità di cibo eccessiva, per un totale di diverse migliaia di calorie, assunte in un arco di tempo breve -per esempio un paio d’ore- e spesso attuato di nascosto da altre persone;
- la sensazione di non poter controllare ciò che si mangia e di sentirsi senza freni, non riuscendo così a smettere di mangiare;
- l’abbuffata è preceduta e seguita da un forte stress emotivo.
La persona bulimica dopo che è accaduto un episodio di abbuffata, sente un forte senso di colpa e tende a punirsi auto-inducendo il vomito oppure assumendo pillole diuretiche o lassative, per compensare quello che ha ingerito con lo scopo di dimagrire e neutralizzare le calorie in eccesso.
Le conseguenze della bulimia
Il lasso di tempo minimo per poter fare diagnosi di bulimia è quando queste tipologie di comportamenti si manifestano per minimo tre mesi con una frequenza di almeno due volte alla settimana: qui siamo chiaramente di fronte a un disturbo del comportamento alimentare.
Con l’andare avanti di questi comportamenti, si instaura nella persona affetta da bulimia una sorta di disgusto verso se stessa e un vortice di sintomi depressivi, oltre ad un senso di vergogna che la porta a nascondere i propri comportamenti dagli altri. Nonostante questo tentativo di occultare il proprio disagio, in questi individui si innesca un’ossessione per la propria forma e apparenza fisica, con forti ripercussioni sulla salute psicologica e sull’autostima.
Dal punto di vista prettamente fisico invece, il soggetto bulimico può apparire sia di peso normale, sia sottopeso, sia sovrappeso e spesso può esserci il fenomeno per cui si osservano grosse variazioni di peso, che sono una tra le spie della presenza di questo tipo di disordine alimentare.
Gli effetti dei disordini alimentari sono molto pesanti sia a livello psicologico sia fisico. Dal punto di vista psicologico sussiste il rischio di sviluppare:
- depressione;
- un’autostima bassa;
- difficoltà a mantenere le relazioni sociali;
- senso di vergogna e di colpa per il problema che si possiede.
Dal punto di vista fisico invece gli effetti della malnutrizione possono portare alla comparsa di: ulcere intestinali
- danni permanenti dei tessuti dell’apparato digerente
- disidratazione
- danni cardiaci
- problematiche al fegato e ai reni
- disturbi gengivali e ai denti
- problemi al sistema nervoso con difficoltà di concentrazione e di memorizzazione
- danni al sistema osseo come fragilità ossea.
Bulimia nervosa: a chi rivolgersi
I criteri per approcciarsi a un paziente affetto da bulimia nervosa sono diversi e per prima cosa bisogna inquadrare il livello di gravità della situazione. Se il paziente si presenta in uno stato di urgenza bisogna recarsi al pronto soccorso, dove verranno valutati gli esami di laboratorio e verranno attuati degli interventi per stabilizzare i parametri vitali come il bilanciamento del quadro elettrolitico e la risoluzione di possibili aritmie cardiache. In seguito il paziente verrà inviato al proprio medico di medicina generale che valuterà la presa in carico da parte di centri specialistici per la cura dei disturbi alimentari.
Se invece non è necessario un trattamento in urgenza in ambito ospedaliero, viene indicata la struttura più adatta per l’approccio multidisciplinare e specialistico per i disturbi della nutrizione e dell’alimentazione, dove viene effettuata un’analisi approfondita e viene definito un programma di trattamento idoneo a curare la patologia e ad evitare le ricadute.
Un dettaglio da non sottovalutare è la possibile difficoltà che si può riscontrare nel far accettare i trattamenti e le visite, in questo caso la collaborazione tra più specialisti sanitari aiuta i pazienti a trovare la fiducia e la forza necessaria per affrontare la malattia e le cure ad essa correlate.
Per consultare la mappa dei servizi e delle associazioni che si dedicano ai disturbi dell’alimentazione e della nutrizione, si può consultare il sito www.disturbialimentarionline.it.
Si possono consultare le informazioni generali riguardanti le strutture, come indirizzo, recapiti, prestazioni erogate, orari; inoltre bisogna ricordare che queste strutture agiscono su più fronti come quello della prevenzione, di supporto alle famiglie che hanno un paziente affetto da un disturbo alimentare, infine si occupano anche di studio e di ricerca.
A livello normativo è stata eseguita una ricognizione legislativa prodotta da ogni regione in materia dei disturbi alimentari, per dare piena espressione dei provvedimenti specifici e del modello organizzativo adottato dalle singole regioni.
Per quanto riguarda la preparazione e la formazione degli specialisti sanitari coinvolti con pazienti affetti da disturbi dell’alimentazione, oltre ai medici di medicina generale e a quelli dei centri specializzati, si annoverano anche i medici dei dipartimenti di emergenza e urgenza, quelli del pronto soccorso, gli operatori del 118 e la guardia medica: oltre alla formazione specifica per quest’ambito di interesse, vengono inseriti anche elementi di coordinamento del lavoro clinico fra le diverse competenze che devono essere acquisite.
È infatti importante avere una conoscenza approfondita dei criteri diagnostici e degli elementi clinici relativi alla salute fisica e mentale, per individuare più prontamente questo tipo di disturbi ed evitare ritardi di diagnosi che possono influenzare la prognosi della malattia .
Fonti: