La disabilità intellettiva è un disturbo dello sviluppo neurologico che si manifesta solitamente durante la prima infanzia e comporta deficit di attenzione, di memoria, di linguaggio e problemi scolastici relativi all’apprendimento.
Tra le cause che possono portare allo sviluppo di una disabilità intellettiva, annoveriamo:
- alcune anomalie cromosomiche;
- malattie genetiche;
- patologie neurologiche;
- disordini metabolici;
- alcuni virus come quello della rosolia;
- disturbi dello spettro autistico;
- assunzione di sostanze tossiche per il feto durante la gravidanza, come alcol e alcuni farmaci.
Per individuare i pazienti che possiedono una disabilità intellettiva non basta eseguire il test per valutare il quoziente intellettivo, ma bisogna tenere conto anche di quali supporti siano necessari per colmare le difficoltà psicomotorie a cui questi pazienti vanno incontro nella vita di tutti i giorni.
È importante quindi affrontare questa patologia dal punto di vista multispecialistico, partendo da test prenatali che individuano possibili anomalie genetiche fino a test di neuro-imaging che possono individuare lesioni cerebrali; non ultimo, i piccoli pazienti devono essere seguiti dal punto di vista psico-comportamentale.
Cos’è la disabilità intellettiva ?
La disabilità intellettiva è un disturbo dello sviluppo neurologico e colpisce il funzionamento intellettivo che viene rilevato significativamente al di sotto della media, cioè si riscontra un quoziente di intelligenza inferiore al valore di 70-75.
La disabilità intellettiva fa la sua comparsa di solito durante la prima infanzia, prima dell’ingresso nel mondo scolastico e inizialmente comporta difficoltà nell’acquisizione, nel mantenimento e nell’applicazione di competenze o di informazioni specifiche .
I disturbi del neurosviluppo possono comportare quindi deficit sul piano dell’attenzione, della memoria, della percezione, del linguaggio oppure problemi relativi alle relazioni sociali, all’iperattività, ai disturbi dello spettro autistico o ai disturbi di apprendimento come la dislessia.
L’intelligenza è determinata sia da fattori genetici sia ambientali, infatti bambini nati da genitori con disabilità intellettiva hanno un maggior rischio di svilupparla, anche se è rara una diretta correlazione genetica in questo caso; nonostante i progressi nella ricerca, una causa specifica non è ancora stata identificata.
Circa il 3% della popolazione presenta un QI inferiore a 70 come valore, ma solo l’1% risulta possedere una disabilità intellettiva grave, che si manifesta in tutte le fasce socioeconomiche e livelli di istruzione; invece le disabilità intellettive meno gravi si manifestano nelle classi economiche più disagiate e qui i ritardi nel linguaggio, le difficoltà di autonomia personale e nelle abilità sociali sono per lo più riconducibili a problemi di natura emozionale o di deprivazione ambientale, cioè mancanza di stimoli fisici, emotivi e cognitivi indispensabili per la crescita, lo sviluppo e l’adattamento sociale.
Le cause che possono portare allo svilupparsi di una disabilità intellettiva sono diverse tra cui molte anomalie cromosomiche, disturbi metabolici e patologie neurologiche; inoltre anche alcune infezioni congenite concorrono allo sviluppo di disabilità intellettiva, tra questi il virus della rosolia, il cytomegalovirus, il toxoplasma gondii, il treponema pallidum, il virus herpes simplex o quello dell’HIV. Altre situazioni a rischio sono l’esposizione durante la gravidanza a farmaci, sostanze tossiche e radiazioni.
Come si manifesta e come riconoscerla?
La disabilità intellettiva di solito insorge nella prima infanzia e si manifesta attraverso il non corretto funzionamento intellettuale, che comporta un deficit di ragionamento, di pianificazione, di problem solving e problemi nell’apprendimento a scuola.
Il funzionamento adattativo cioè la capacità di soddisfare gli standard socioculturali e per età appropriati e il funzionamento indipendente del bambino nelle attività della vita quotidiana, risultano compromessi.
Non è possibile definire il grado di disabilità solamente in base al valore del quoziente intellettivo, per esempio una disabilità lieve si riscontra con un valore del quoziente da 52 a 70, un grado moderato da 51 a a 36, grave da 35 a 20 e profonda se inferiore a 20, ma bisogna tenere conto anche delle necessità di supporti di cui i pazienti hanno bisogno per svolgere le attività di tutti i giorni.
Le manifestazioni psicofisiche principali della disabilità intellettiva sono:
- Acquisizione rallentata di nuove conoscenze e competenze;
- Un comportamento immaturo;
- Limitate capacità di prendersi cura di se stessi.
In alcuni bambini la disabilità intellettiva di grado lieve può talvolta non venire diagnosticata fino all’età prescolare.
Gli interventi e i ricoveri sono dovuti soprattutto a problemi comportamentali e di natura psichiatrica e sono facilitati dalla presenza di alcuni fattori predisponenti come:
- la mancanza di un programma finalizzato per l’apprendimento
- la presenza di una disciplina incoerente
- la perseveranza di comportamenti sbagliati da parte del paziente
- una ridotta capacità di comunicazione
- il disagio legato alla contemporanea presenza di disturbi di problemi fisici e psichiatrici come la depressione, l’ansia, deficit di attenzione, iperattività e i disturbi dell’umore.
Alcuni bambini possiedono malattie riconducibili ad alcuni deficit motori o ritardi nel linguaggio che possono simulare una disabilità intellettiva, ma non esserne necessariamente la causa e, se non affrontati correttamente, possono portare il bambino a sviluppare un disagio psicologico.
Per effettuare diagnosi di disabilità intellettiva si fa ricorso a un test prenatale che verifica se il nascituro possieda delle anomalie genetiche che predispongano allo sviluppo di disabilità intellettiva; se il bambino è più grande si valutano lo sviluppo mentale e il suo quoziente intellettivo.
L’identificazione di una disabilità intellettiva necessita anche di approfondimenti di neuro-imaging, che possono individuare malformazioni del sistema nervoso centrale oppure e di test genetici e metabolici con la finalità di comprendere al meglio la causa scatenante.
Il trattamento delle forme di disabilità intellettiva comprende un programma di intervento precoce e un team di specialisti multidisciplinare che si basano sulle competenze sociali e sulle funzioni cognitive del bambino.
L’andamento della malattia dipende dal grado di disabilità cognitiva e da quanto incide sul piano motorio.
È quindi fondamentale non sottovalutare nessun ritardo, sia cognitivo sia motorio, che un bambino possa presentare fin dalla primissima infanzia e a volte anche fin dall’epoca neonatale, questo perché un ritardo diagnostico potrebbe comportare un accumulo di problematiche, che invece se trattate fin da subito possono condurre il bambino a un miglior sviluppo della sua persona e delle sue capacità psicofisiche in toto.
Per rimanere aggiornato sulle disabilità intellettive e su come affrontarle, iscriviti alla nostra newsletter!
Fonti
- American Association on Intellectual and Developmental Disabilities (AAIDD)
- Michelson DJ, et al, Evidence report: Genetic and metabolic testing on children with global developmental delay: report of the Quality Standards Subcommittee of the American Academy of Neurology and the Practice Committee of the Child Neurology Society. Neurology. 2011;77(17):1629-1635. doi:10.1212/WNL.0b013e3182345896
- Individuals with Disabilities Education Act (IDEA)