Una persona su cinque in Italia ha un disturbo dell’umore, vale a dire depressione (in casi di eccessiva tristezza) o mania (in caso di eccessiva allegria o esaltazione). Disturbi che spesso vengono scambiati per tratti caratteriali, e quindi sottostimati, sotto trattati e poco conosciuti.
Un carattere burbero e impulsivo costante non è solo carattere, ma può avere come causa un disturbo dell’umore. L’irrequietezza interna che sfocia in tensione muscolare, dalla cefalea alla gastrite, è causata da un disturbo dell’umore.
Sono sintomi, non modalità caratteriali.
Se interferiscono nella vita di tutti i giorni e si prolungano nel tempo, vuol dire che si è di fronte a disturbi dell’umore. Vanno trattati con l’aiuto del medico psichiatra ma anche lo psicologo può essere utile in un primo momento e nelle forme più lievi, oppure se parliamo di bambini o donne in gravidanza che non possono assumere farmaci.
Negli altri casi e nelle forme più gravi può essere invece utile un trattamento farmacologico che può essere deciso solo dal medico psichiatra. Un trattamento non è solo a base di antidepressivi e tranquillanti, ma soprattutto regolatori dell’umore.
A causa della poca informazione le persone con disturbi dell’umore credono di essere scambiati per matti, un retaggio del passato che non si riesce a scardinare.
Non è un difetto caratteriale, non è qualcosa che passa da solo, bisogna farsi aiutare. La conoscenza è il primo passo per curarsi. Dal disturbo si può guarire. Ma occorre seguire la terapia in modo corretto e soprattutto avere una corretta diagnosi. Un paziente con un quadro intermedio di intensità può vedere miglioramenti in quattro-sei mesi.
Ne abbiamo parlato con Giuseppe Tavormina, medico psichiatra, presidente Centro Studi Psichiatrici e Segretario Generale EDA Italia Onlus, European Depression Association.
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