“Costruire il Dopo di Noi durante il Noi “, un corso di formazione promosso recentemente dalla FISH Calabria, Federazione Superamento dell’Handicap, nel quale, dopo un’analisi della legislazione vigente ed un approfondimento sulle strategie messe in campo, a livello nazionale ed internazionale, per la realizzazione di progettazione personalizzata di abitazioni per la vita indipendente delle persone con disabilità, si è passati ad esaminare la questione dal piano pratico, con le testimonianze provenienti da Regioni quali la Lombardia ed la Campania, pioniere nello sperimentare siffatte soluzioni.
In apertura dei lavori è stata fatta una breve introduzione sui principi fondamentali della Convenzione ONU del 2006, riguardo ai diritti delle persone con disabilità, che introduce un nuovo modo di guardare alla disabilità.
Una prospettiva che pone al centro la persona, titolare di diritti, connessi alle libertà umane, persona che non deve essere vista esclusivamente in un’ottica assistenzialistica, bensì da un punto di vista inclusivo, con l’obiettivo di costruire progetti di vita con importanti margini di autonomia, non solo per chi si trovi in una condizione di gravità e priva di sostegno familiare, ma anche per quanti, benché vogliano costruire il proprio futuro, emancipandosi dal nucleo familiare di appartenenza, possono continuare a vivere nel proprio ambiente abituale, senza dover far ricorso alle strutture protette.
A differenza delle antiche civiltà che da sempre hanno considerato le persone con disabilità come individui di cui disfarsi, la società contemporanea è orientata verso la loro inclusione nel tessuto sociale, come sancito dalla Convenzione stessa, in prima linea anche nel contrasto alla discriminazione, di cui molto spesso queste sono vittime e nella promozione delle parità di trattamento e di partecipazione attiva alla vita sociale e politica della nostra comunità.

Come sono tutelate le persone con disabilità dalla legge
Una legge internazionale la Convenzione ONU del 2006, riconosciuta a livello nazionale, promotrice e garante di un modello sociale che intercetta nella disabilità, persone, la cui diversità non è una caratteristica intrinseca alla loro stessa natura, bensì uno status generato dalla comunità che, omettendo di adoperarsi per la rimozione degli ostacoli che limitano, di fatto, l’uguaglianza tra i cittadini, ha determinato la loro esclusione dalla società.
Nel medesimo contesto normativo vanno menzionate la Legge n. 112/2016 (legge dopo di noi), la cui ratio è garantire contesti simili alla casa familiare, favorendo processi di deistituzionalizzazione e la Legge delega 227/2021, di recente promulgazione, per il riassetto delle disposizioni vigenti in materia di disabilità.
Discriminazione ed impoverimento
Lo stigma negativo subito per anni dalle persone con disabilità, le ha impoverite in termini di diritti umani loro negati, riducendone la condizione a soggetti vulnerabili, trattati perciò in maniera diversa rispetto alle altre persone, spesso relegate in strutture socio sanitarie. Un trattamento difforme da quello che si è soliti riservare agli altri, non è che una discriminazione, ovvero la violazione di un diritto che va legislativamente combattuta (Trattato di Lisbona).
Abilitare le disabilità
Per la Convenzione ONU, è indispensabile abilitare perciò la società ed i soggetti decisionali a rispettare i diritti dei cittadini disabili, oltre che ad “abilitare” quest’ultimi, accrescendone le potenzialità, oltre che a rimuovere l’impoverimento dei diritti dagli stessi subito nel corso del tempo. Privilegiare i diritti umani, non significa dunque esclusivamente essere attenti ai bisogni di chi ha una difficoltà, così come è stato sino ad oggi, ma fare in modo che questi vengano realmente rispettati.

Progettazione individualizzata
Il Progetto di vita si configura pertanto non solo come concreta realizzazione della capacità di autodeterminazione delle persone con disabilità, ma anche e soprattutto come strumento in grado di accrescere, attraverso la predisposizione di supporti mirati, le potenzialità e la capacità di autodeterminazione di quelle tra le stesse maggiormente fragili, secondo un processo di empowerment della persona.
Per una programmazione e coproduzione efficace, è essenziale che vi sia una governance costituita dalla sinergia di diversi attori, persone con disabilità in primis, oltre che alle istituzioni, agli utenti cosiddetti esperti, ai caregiver, ai familiari, ai servizi sociali; a quelli sanitari e per finire al terzo settore ed alle comunità locali.
Dotazione delle risorse
Per quel che riguarda invece la contribuzione pubblica nell’individuazione di un budget di progetto, vi sono tre livelli di contribuzione:
- RISORSE PREVIDENZIALI, ovvero quelle nella disponibilità personale di chi richiede la costruzione di un progetto di vita individuale;
- RISORSE SANITARIE, ossia interventi riabilitativi, ambulatoriali, domiciliari, ecc…;
- RISORSE ASSISTENZIALI, servizi di base, contributi a sostegno della non autosufficienza, fondi delle politiche sociali, fondi sul dopo di noi, ecc…
Accanto alle risorse provenienti dal settore pubblico vi sono quelle che fanno capo a quello privato, quali i finanziamenti provenienti, ad esempio, da fondazioni, da fondi europei o ancora, quelli nella piena disponibilità di persone che cedono volontariamente i loro beni immobili per la realizzazione di progetti di coabitazione destinati a persone con disabilità.
Fonti:
- https://www.esteri.it/mae/resource/doc/2016/07/c_01_convenzione_onu_ita.pdf
- https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2021/12/30/21G00254/sg
- https://www.europarl.europa.eu/factsheets/it/sheet/5/il-trattato-di-lisbona