Come si costruisce e si rafforza la relazione tra medico e paziente, presupposto essenziale per la riuscita di qualsiasi percorso terapeutico? Ogni mese proviamo a rispondere, proponendovi pensieri scritti da medici e professionisti sanitari che, in chiave di medicina narrativa, ci raccontano come sono riusciti a comunicare e a stabilire una relazione efficace con i pazienti.
Questo è il racconto di Flavia Cardinali, Osteopata.

Oggi presso il mio studio è venuta una nuova paziente.
Nei giorni scorsi la paziente mi aveva contattato al telefono per fissare un appuntamento per il suo problema di dolore cervicale e perché voleva avere qualche chiarimento sull’Osteopatia e su come, con il trattamento, potesse risolvere il suo problema. La paziente si era rivolta a me dopo diversi trattamenti con altri specialisti senza grandi benefici.
Inoltre mi aveva anticipato che non era mai stata da un osteopata e che il trattamento la spaventava molto poiché aveva visto dei video e aveva parlato con persone che le avevano detto che l’osteopata “scrocchia e basta”. Sono riuscita ad entrare in empatia con lei spiegandole che i trattamenti sono vari e che cambiano da persona a persona in base al problema, ma che era importante vedersi allo studio per capire meglio il malessere e valutare cosa fare.
Il giorno che è arrivata in studio da me, si è presentata come una persona molto diffidente e impaurita. Ho iniziato la valutazione osteopatica e, successivamente, il trattamento spiegandole passo passo cosa stessi facendo, le strutture corporee che andavo a trattare e perché, i possibili fastidi che avrebbe potuto sentire e soprattutto l’ho sempre tranquillizzata usando tecniche più dolci come quelle viscerali e fasciali.
Durante il trattamento, ho chiesto informazioni su di lei e piano piano siamo entrate sempre più in confidenza: mi ha raccontato di quanto fosse in un momento stressante per lei, e che si sentiva sempre stanca e poco motivata a svolgere le attività soprattutto al lavoro.
Ho provato a capire meglio la sua situazione e a spiegarle che il suo fastidio cervicale era dovuto anche a un forte stress, poiché sentivo il suo corpo in tensione e che non si rilassava.
Dopo il primo trattamento, le ho spiegato alcuni esercizi da fare a casa, le ho dato qualche consiglio personale e ci siamo date un nuovo appuntamento dopo 10 giorni. In questa breve pausa mi ha scritto che si è sentita meglio dopo il trattamento e che gli esercizi la stavano aiutando molto anche a livello di stress.
Quando ci siamo nuovamente incontrate, ho visto in lei un’apertura molto diversa verso di me e verso il trattamento osteopatico: era più rilassata, non chiedeva più ogni cosa e si lasciava manipolare, e siamo così riusciti a risolvere la problematica in 2-3 sedute. Mi ha ripetuto più volte che grazie ai discorsi fatti, alla comunicazione tra di noi è riuscita a superare la diffidenza e quindi ad avere miglioramenti con il suo forte dolore, evitando di prendere continuamente antidolorifici.
Vuoi raccontarci anche tu la tua esperienza di relazione con i pazienti e come questa abbia influito sul vostro percorso? Scrivici a redazione@personemagazine.it inviandoci un breve testo e una foto!