La nostra psicoterapeuta Cristina di Loreto risponde alle domande della rubrica “Mente&Maternità”. Oggi parliamo del senso di colpa innato in molte mamme che, per timore di togliere tempo prezioso alla famiglia, si ritagliano del tempo per se stesse solo di notte. Un’attività che sul lungo periodo può inficiare le energie e la qualità della vita quotidiana.

Cara Cristina,
Ecco la mia domanda… vorrei sapere perché anche se non sono mai stata un animale notturno da quando sono madre ho spostato tutte le mie attività rilassanti nell’orario in cui invece dovrei dormire?
Ormai sono entrata in un circolo vizioso per il quale mi concedo ciò che mi fa stare bene solo quando sono certa che nessuno potrà interrompermi, ma questo purtroppo ha delle ripercussioni fortissime sulla mia relazione di coppia (puoi immaginare che quando poi arrivo e tocco il letto sono praticamente sfinita) e sul mio stato di “energia” perché il giorno dopo sono peggio di uno straccio.
Qualche consiglio? Un saluto affettuoso.
Giorgia
Cara Giorgia,
non so se sia il caso di dirti a che ora sto scrivendo la mail per la tua risposta, ma posso dirti che mentre la scrivo sorrido perché noi mamme, a volte, in questo fenomeno che descrivi praticamente ci abitiamo.
Prima di spiegarti bene perché ti succede quello che riporti e prima quindi di chiederci insieme perché succede mi chiederei, perché non succede l’inverso?
Perché noi mamme non ci dedichiamo del sano tempo di qualità, esclusivo per noi stesse nei momenti in cui siamo e dovremmo essere sveglie?
I motivi sono molti e risiedono in vari aspetti: culturali, relazionali, emotivi, comunicativi ed organizzativi.
Come immagino tu stia iniziando ad intuire è molto più comodo prendersi il tempo mentre tutta la famiglia dorme piuttosto che gestire e coordinare tutti gli aspetti sopracitati.
Andiamo con ordine analizzando i vari fattori:
- Culturali: lo stereotipo della madre perfetta prevede ancora che le nostre opere siano dedicate esclusivamente ai nostri figli, pertanto prendere del tempo per sé risulta “non adeguato” allo standard e ci allontana dall’incarnazione del mito dell’angelo del focolare che dopo aver sistemato i “doveri” si occupa dei bambini lasciando il proprio piacere personale in fondo alla lista.
- Relazionali: Non sempre le relazioni con i nostri cari incoraggiano il tempo per sé, che sia il o la partner o che siano i genitori che ci aiutano nell’accudimento dei più piccoli, a volte scappa un “dove vai” di troppo e diventa difficile per la madre argomentare e difendere i propri bisogni. Succede poi che anche quando abbiamo il giusto supporto, ci siamo organizzate e siamo pronte a partire arriva immancabile il caro vecchio “senso di colpa” che come per magia fa passare ogni sensazione piacevole…
- Cominucativi: In altri casi sono gli aspetti comunicativi ed organizzativi a non consentire una sana progettazione e pianificazione di quegli spazi sacri dedicati a sé stesse.
Per i motivi che ti ho descritto spesso le madri cadono in quel fenomeno che viene chiamato “Revenge bedtime procrastination”, una sorta di rivendicazione del proprio tempo libero che avviene procrastinando l’ora della buonanotte.
Questo fenomeno colpisce spesso le persone che sentono di avere poco tempo libero o che si sentono incastrate in una vita diurna fatta di scadenze e impegni serrati.
Le mamme spesso cadono in questo circolo vizioso per i motivi sopra descritti e anche per la sensazione di libertà che l’orario notturno regala rispetto a una quotidianità fatta di richieste e relazione continua.
Il circolo vizioso si innesca nel momento del risveglio quando la mamma, stanca e fiacca, non possiede le energie per organizzare, gestire e pianificare al meglio la propria giornata e finisce per ricadere nella trappola del tempo libero notturno, rendendola sempre più stanca…
Come uscirne, quindi?
So che può apparire difficile, ma rimettersi al primo posto e dedicarsi del tempo sano e di qualità è possibile anche se siamo madri.
Serve:
- pianificazione;
- organizzazione;
- una buona comunicazione;
- ….e la gestione del senso di colpa!
Ecco qualche consiglio utile per gestire l’aspetto emotivo e quella sgradevole sensazione di essere sbagliate che a volte arriva quando ci si sta finalmente dedicando del tempo di qualità:
- Quando arriva il senso di colpa colpa (che sarebbe meglio definire senso di inadeguatezza quando si declina nel momento presente e non nel passato), connettiti con te stessa e per prima cosa valuta se il tuo comportamento sia effettivamente inadeguato: al 99% non lo sarà e questo momento di self connection serve proprio a fartelo sentire, ma il senso di colpa nasce dal senso di responsabilità e in alcuni casi potrebbe essere un campanello d’allarme che vale la pena ascoltare.
- Osserva i tuoi figli cercando le chiare ed evidenti prove che hai delle colpe nei loro confronti e che quindi hai creato loro dei danni con il tuo comportamento: questo esercizio ti porterà sicuramente con i piedi per terra e nel contatto con la realtà. Non hai colpe se anche tu ti vuoi bene e loro staranno benissimo anche se non sono con te H24.
- Qualora il punto 2 non fosse sufficiente, scrivi su un quaderno le tue eventuali colpe, sfogati sul foglio e liberati di quelle sensazioni interne.
Ti consiglio di provare per piccoli step ad inserire le tue attività piacevoli nelle ore diurne, ne gioverai in salute, riposo e anche nella relazione con le persone che ami che ti potranno godere rigenerata e appagata.
Un saluto.
Cristina
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Rubrica realizzata con il supporto della psicoterapeuta Cristina Di Loreto, fondatrice del metodo ME FIRST.
