Diete, bilance, esercizio fisico, oppure chirurgia bariatrica, o ancora farmaci. Sono tanti i modi oggi disponibili per trattare l’obesità, ma da soli non sono sufficienti: l’incidenza di questa patologia sta aumentando, anche tra i bambini, e tra chi riesce a perdere peso aleggia sempre la possibilità di riprenderlo e ritornare al punto di partenza.
Perché l’obesità non è solo un numero su una bilancia. È causata da una serie di fattori che, spesso, hanno a che fare con il vissuto personale, le emozioni e la salute mentale, fattori che, quando destabilizzano e non si risolvono, contribuiscono all’insorgenza dell’obesità e, nel caso di perdita di peso, possono mettere a rischio il mantenimento del peso raggiunto dopo diete o altri trattamenti.
In questa live, realizzata durante la giornata Mondiale dell’Obesità che si è celebrata lo scorso 4 marzo, abbiamo cercato di fare il punto con medici psicologi e (ex) pazienti con obesità. Con noi c’erano:
- Cristina Parrino, specialista in endocrinologia e malattie del metabolismo, Centro Medico Santagostino.
- Simona Calugi, psicologa psicoterapeuta, presidente AIDAP, Associazione Italiana Disturbi dell’Alimentazione e del Peso
- Rossella Maffi, ex paziente con obesità,AssociazioneAmici Obesi
- Sabrina Frangiamore, ex paziente con obesità e Binge Eating Disorder
Il supporto psicologico è fondamentale, così come è indispensabile un regime nutrizionale che permetta alla persona di perdere peso. La dieta è importante, ma cosa si intende per dieta? Una restrizione calorica che però dovrebbe andare incontro ai desiderata dei pazienti, non essere imposta dall’alto.
Le storie di Sabrina e Rossella, ex pazienti con obesità, ci aiutano a capire meglio come vanno trattate le persone che hanno questa patologia: l’ascolto, l’assenza di giudizio, la ricerca delle motivazioni che hanno portato la persona a mangiar in modo incontrollato, dovrebbero essere i pilastri essenziali della visita e della stessa alleanza terapeutica.
Come ha spiegato la Dottoressa Cristina Parrino, tra la stessa comunità scientifica spesso è presente lo stigma verso queste persone, quando invece il medico dovrebbe fare un passo indietro, tendere la mano ed essere disponibile ad aiutare la persona secondo le sue esigenze. I pazienti spesso si sentono soli in questo percorso, giudicati e abbandonati. E anche quando raggiungono con fatica il loro peso, la fase del mantenimento diventa quella più difficile. Come ha detto la dottoressa Calugi, il supporto psicologico in questa fase è ancora più importante, perché è quella davvero difficile: mantenere il peso raggiunto. E se non si risolvono a monte i problemi cognitivi che portano la persona a mangiare in modo incontrollato, questa prima o poi si ritroverà a prendere peso.
Non serve raggiungere per forza il peso ideale, ma quello che ci permette di essere in salute e che non necessariamente coincide con il peso forma. Il numero che ci restituisce la bilancia è solo un numero, grezzo, che ci dice poco su cosa occorre fare e soprattutto sulla composizione corporea che varia da persona e persona, anche con lo stesso peso.
L’obesità è una patologia complessa che necessita un approccio multidisciplinare, un’assenza di giudizio e una propensione all’ascolto.
Come sempre, le storie di chi vive sulla propria pelle una malattia sono quelle che meglio spiegano come andrebbe curata, oltre all’apporto sempre prezioso di medici e professionisti sanitari.
Ascoltate questa live per non perdervi nulla di queste preziose testimonianze.