Che il PNRR sia un’occasione da non perdere per il nostro Paese è facile da comprendere. Per la prima volta abbiamo a disposizione tanti soldi da spendere per la sostenibilità ambientale e soprattutto per le persone con disabilità, da sempre nelle ultime file della società, che affrontano ogni giorno il dedalo della burocrazia, il vuoto legislativo e i silenzi dalle istituzioni.
Ne abbiamo parlato con l’Assessore regionale alla salute della Regione Marche Filippo Saltamartini, una testimonianza diretta di come le Regioni dovranno agire per sfruttare il più possibile questa opportunità.
Assessore, Nella vita di tutti i giorni, cosa cambierà concretamente nella vita delle persone con disabilità?

Gli interventi compresi nel PNRR, volti al riconoscimento dei diritti delle persone con disabilità, riguardano essenzialmente tre aspetti:
- la definizione e attivazione del progetto individualizzato. Si tratta di un’attività che deve tener conto non solo dei bisogni ma anche dei desideri, delle aspettative e delle preferenze della persona con disabilità. Per questo è redatto di norma da équipe multidisciplinari (UMEE/UMEA), alle quali spetta la presa in carico della persona con disabilità e qualora possibile anche con il supporto diretto dell’interessato;
- la realizzazione di abitazioni in cui potranno vivere gruppi di persone con disabilità, mediante il reperimento e adattamento di spazi esistenti;
- l’accesso delle persone con disabilità al mercato del lavoro.
Sono tutte azioni che potranno concretamente cambiare la vita alle persone disabili in termini di maggiore autonomia sia dal punto di vista abitativo, con conseguente uscita dal proprio nucleo familiare d’origine, sia dal punto di vista lavorativo e quindi economico.
Nella nostra Regione questo percorso è stato avviato da diversi anni attraverso i seguenti progetti personalizzati:
- Vita Indipendente, per garantire il pieno godimento dei diritti umani e delle libertà fondamentali da parte delle persone con disabilità in situazione di eguaglianza con gli altri e finalizzati al raggiungimento di una loro autonomia ed indipendenza individuale. Attraverso i Piani personalizzati di Vita Indipendente si vuole garantire alle persone con disabilità il diritto all’autodeterminazione della propria esistenza e di compiere azioni che la disabilità impedirebbe nonostante l’eventuale utilizzo di ausili tecnici.
- Dopo di Noi,per realizzare interventi innovativi di condivisione dell’abitazione, soluzioni abitative di tipo familiare e di co-housing, sostenendo forme di mutuo-aiuto tra persone che soffrono della stessa condizione.
- Tirocini di Inclusione Sociale, un percorso di orientamento, formazione e inserimento/reinserimento finalizzato all’inclusione sociale, all’autonomia e alla riabilitazione delle persone prese in carico dai servizi sociali e/o dai servizi sanitari competenti. Si realizza sulla base di un progetto concordato fra il soggetto che ha in carico il tirocinante, il soggetto promotore, il soggetto ospitante ed il tirocinante, che definisce gli obiettivi da conseguire nonché le modalità di attuazione.
L’idea di base del PNRR è creare una nuova cultura sociale all’insegna dell’inclusione e della solidarietà. Quali interventi in questa direzione sono stati messi in campo dalla vostra Regione?
La Regione Marche, in linea con i principi della Convenzione ONU e con gli interventi del PNRR, negli ultimi decenni si è adoperata per garantire il pieno godimento dei diritti umani e delle libertà fondamentali da parte delle persone con disabilità e si è mossa in questa direzione cercando di diffondere il più possibile, sul proprio territorio, una cultura sociale improntata sull’inclusione delle persone disabili.
Si è passati, infatti, da una visione della persona con disabilità come “soggetto passivo” di azioni e servizi pensati e posti in essere dagli operatori del sistema socio–sanitario ad una “centralità” della persona con disabilità che garantisca la sua piena inclusione all’interno della società.
Tale risultato è stato raggiunto attraverso l’implementazione di interventi volti a favorire l’inserimento scolastico, lavorativo e sociale della persona con disabilità, nonché la sua permanenza presso il proprio domicilio.
In particolare sono stati attivati:
- Interventi di integrazione scolastica rivolti agli alunni con disabilità che frequentano i nidi d’infanzia (età 3 mesi 3 anni), le scuole dell’infanzia (età 3-6 anni) a gestione comunale e statale, le scuole di ogni ordine e grado, nonché gli stage formativi. Si tratta di interventi attuati attraverso gli enti locali in ambito scolastico e si sostanziano principalmente nell’affiancare all’alunno un assistente all’autonomia e alla comunicazione appositamente formati, al fine di favorire l’autonomia, la socializzazione e la comunicazione dell’alunno con disabilità;
- Interventi di integrazione lavorativa a favore delle persone con disabilità che mirano al superamento di forme di intervento di tipo assistenzialistico e ad eliminare e ridurre le condizioni di disabilità, di bisogno o di disagio individuale o familiare. A tal fine sono attivati Tirocini di Inclusione Sociale che la Regione sostiene attraverso un contributo economico sull’indennità mensile corrisposta al disabile;
- Interventi di Assistenza domestica domiciliare con lo scopo di favorire l’autonomia della persona, la vita di relazione e la permanenza nel proprio ambiente familiare e sociale anche in situazioni di disagio;
- Interventi di Assistenza educativa domiciliare rivolti prioritariamente alle persone con disabilità per le quali si ritiene necessario l’intervento di un educatore che abbia una specifica professionalità ed esperienza nel campo della disabilità. Tale operatore, nell’ambito del progetto educativo individualizzato, funge da rafforzo nello sviluppare le potenzialità residue del soggetto e nel creare o favorire le condizioni ottimali per un inserimento nel contesto sociale o lavorativo.Tali interventi consentono alla persona con disabilità di permanere il più a lungo possibile presso il proprio domicilio evitando l’istituzionalizzazione e contestualmente viene favorita anche la responsabilizzazione dei familiari e della comunità.
Parallelamente a questi interventi sono sostenuti, come già detto in precedenza, percorsi verso l’autonomia e di uscita dal nucleo familiare di origine, quali i progetti di “Vita indipendente” e i progetti “Dopo di Noi”.
Con la L.R. 21/2018 la Regione Marche ha inteso promuovere e sostenere con fondi regionali i progetti personalizzati di “Vita Indipendente” di circa 300 persone con disabilità. La legge consente alle persone disabili di avviare stabilmente percorsi di autonomia e di consapevole realizzazione del proprio progetto di vita. Questa progettualità ha concesso ai beneficiari l’opportunità di decidere in prima persona l’agire quotidiano (che va dalla cura della persona, alla mobilità in casa ed al lavoro sino a tutte quelle azioni volte a garantire l’autonomia e l’inclusione sociale), potendo scegliere e assumere autonomamente il proprio assistente personale.
L’assistenza autogestita, liberamente scelta e perseguita con determinazione, evita l’istituzionalizzazione favorendo la domiciliarità e garantendo oltretutto una maggiore autonomia dalla famiglia.
La Legge 112/2016 “Disposizioni in materia di assistenza in favore delle persone con disabilità grave prive di sostegno familiare” “Dopo di Noi” ha, invece, la finalità di favorire il benessere, la piena inclusione sociale e l’autonomia delle persone con disabilità grave prive di sostegno familiare consentendo loro la possibilità di scegliere, su base di uguaglianza con gli altri, il proprio luogo di residenza e dove e con chi vivere.
La Regione Marche, in attuazione della legge, ha ritenuto opportuno far sperimentare su tutto il territorio regionale esperienze di convivenze in soluzioni alloggiative di civile abitazione così da diffondere la cultura del “Dopo di Noi” anche nel d”urante noi”.
A tal fine sono state ripartite le risorse statali tra gli Ambiti Territoriali Sociali (ATS) ai quali è stata affidata l’attuazione di:
a) percorsi programmati di accompagnamento per l’uscita dal nucleo familiare di origine ovvero per la deistituzionalizzazione;
b) interventi di supporto alla domiciliarità in soluzioni alloggiative;
c) interventi di realizzazione di innovative soluzioni alloggiative che presentino caratteristiche di civile abitazione e che riproducano le condizioni abitative e relazionali della casa familiare.
Attualmente le persone con disabilità inserite nel percorso del “Dopo di Noi” risultano essere
106 (70% uomini e 30% donne), di queste circa il 60% ha genitori che non sono più nella condizione di continuare a garantire il sostegno genitoriale, mentre il 25% risulta essere privo di entrambi i genitori.
Le soluzioni alloggiative reperite, in parte messe a disposizione dagli utenti ma anche dagli enti locali, sono 33, prevalentemente con un unico modulo abitativo per massimo 5 ospiti e perlopiù reperite in regime di locazione in zone residenziali, caratteristica importante per garantire una maggiore integrazione sociale.
Ci sono aspetti o lacune da colmare secondo lei e la sua esperienza in ambito regionale?
Gli interventi messi in campo con il PNRR sono sicuramente validi e visto che sono già attuati nella nostra Regione possiamo dire che stanno anche riscuotendo un ampio consenso tra i beneficiari, che hanno diffusamente testimoniato il miglioramento della qualità della loro vita.
Tuttavia, nella nostra Regione sono presenti 23 Ambiti Territoriali Sociali ed i progetti che verranno ammessi a finanziamento sono solo 17. Di conseguenza diversi Ambiti si sono dovuti associare e ciò ha determinato una suddivisione dello stanziamento tra più enti e quindi una riduzione delle risorse in capo a ciascun soggetto attuatore che si è trovato a dover ridimensionare il numero degli interventi.
In altre parole le risorse del PNRR risultano insufficienti a far fronte ai bisogni del nostro territorio e quindi alcuni di questi rimarranno scoperti.
La Regione Marche ha avviato progetti utili e calibrati per le persone con disabilità, volti soprattutto a una maggiore autonomizzazione individuale. È il segno di un impegno istituzionale concreto per sfruttare al meglio i fondi del PNRR. Tuttavia i soldi non bastano per tutti gli interventi previsti e per le necessità del territorio. Quello che è certo però è il fattivo impegno di una Regione che vuole dare risposte concrete ai bisogni dei propri concittadini.