Negli ultimi tempi si sente sempre più parlare di terapie digitali, vale a dire app in grado non sono di assistere ma anche curare una patologia. Una piccola grande rivoluzione in campo sanitario che promette di curare senza pillole, ma agendo sugli stili di vita, alle volte come terapie a sè stanti, in altri casi in associazione a farmaci. Si tratta di app che nell’aspetto possono sembrare simili a quelle che si scaricano dagli store online, ma che in realtà funzionano in modo diverso e soprattutto devono essere validate scientificamente, proprio come per qualsiasi farmaco. Non solo, per poter essere usate devono anche essere prescritte dal medico. Ad oggi in Italia non ci sono terapie digitali perché vanno disciplinate da un punto di vista regolatorio e di prescrivibilità, in modo che possano essere rimborsabili e quindi accessibili a tutti. In altre parti del mondo invece esistono da diverso tempo, come Stati Uniti e Regno Unito.
Ce ne sono di diversi tipi e in questa intervista parliamo con Milena Sirtori, paziente esperta EUPATI, specializzata in sanità digitale, di quelle usate per la cura delle Malattie Infiammatorie Croniche Intestinali (come morbo di Crohn e Colite Ulcerosa) e nella sindrome del colon irritabile.